1. |
Piano Inclinato
01:56
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A rotta di collo in un vicolo cieco,
di certo non si torna indietro;
butta via tutto nel mucchio,
raccogli il consenso,
poi guarda che razza di spreco,
l’esito non è un segreto,
separa almeno la faccia dal vetro;
eppure non sembra, allo stato dell’arte,
la fine del mondo:
una colonna di fumo colora lo sfondo;
che tempi incredibili per essere vivi,
fai del tuo meglio per il pianeta,
così poi lo scrivi, con un bel sorriso,
ingrana la marcia,
occhio al tragitto, non è mai preciso,
piede sul gas, mano sul cuore,
una strana luce sul viso,
in picchiata verso il paradiso;
tutti ai posti, sceglietevi i più comodi,
costi quel che costi, mentre tutto va a rotoli;
la gravità ci aiuta a rovinare, facilita il tracollo,
il cielo è di traverso, la rotta è diagonale,
non è una novità, va tutto male;
sale il livello del mare intanto che la città brucia,
sarà anche vero che ormai è tutto perso,
ma non ho fiducia.
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2. |
Male Mediterraneo
01:19
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Andare a morire
tentando di varcare un confine:
contrattempi ordinari, dirai;
l’abitudine con cui l’orrore convive
è la ricetta per non farsi coinvolgere mai:
è l’ora di pranzo nel mondo civile,
tutti ne hanno abbastanza dei propri guai;
è pure ammissibile che per disdetta
nel processo qualcuno poi muoia,
qui ci si ammazza di noia,
tutto dipende da che parte stai;
la frontiera, una linea fittizia,
la selezione all’ingresso ha un criterio feroce,
gridano i condannati dispersi
ai limiti della giustizia,
anche se di notte in mezzo alle onde
non si sente la voce,
una strage a puntate dopo un’altra notizia,
un commento rapido, un segno di croce,
poi il meteo e lo sport;
darsi pensiero, non ne vale la pena,
lasciamo fuori i cadaveri dalle nostre porte,
intanto qui è l’ora di cena,
basta solo che non arrivi la puzza di morte.
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3. |
Come Nuovo
02:06
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Tanti oggetti, soggetti, paesaggi
e avvenimenti dimenticherò,
suonerò i nervi scoperti
con le dita sporche,
può darsi che mi infetterò,
perderò tempo a cercare
in mezzo ai reperti
di anni di accumuli,
fogli scaduti, fascicoli,
fototessere di sconosciuti,
documenti non validi,
scatole piene di involucri,
scorte di puro ciarpame,
scorie, schegge di storie
da cui intuire le trame;
farò una compilazione
di ossessioni e complessi
a campione, i più belli che ho;
quel che non mi serve
sempre a portata di mano:
ogni cassetto trabocca,
è pieno qualunque ripiano,
un tesoro di sole immondizie,
un tempio pagano,
toglierò la polvere
da pile di vecchie notizie,
tranne la data, saranno circa
le stesse di oggi, viste e riviste;
ritroverò angosce ancora umide
dentro astucci di pietra e cuori di plastica,
quel che si salva va bene, il resto non lo so,
perché mi sfugge la dinamica.
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4. |
Buio Presto
01:31
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Che senso ha?
non so come, lo chiedono spesso,
a proposito di certe cose
apparentemente prive di un nesso
con quanto si dice reale:
salvare lombrichi indifesi
lanciandoli ai bordi della carreggiata
dopo il temporale;
stupirsi della potenza della mareggiata
anche se non c’è il mare;
provare a svuotare
le pozzanghere con un cucchiaio;
pescare in un prato a maggese
con un ramo secco
legato a un filo d’acciaio,
e un bullone all’estremità;
giocare a nascondersi in mezzo al deserto
cresciuto al bordo della città;
trovare qualcuno che poi non esiste
con cui fare il paio,
o che perlomeno esiste a metà;
rendersi conto che quando finisce gennaio
il gelo rimane nelle cavità,
un soffio condensa nel buio convesso,
per sempre scivola in profondità,
è un nuovo giorno, ogni anno lo stesso,
anche aspettando, non tornerà,
per il momento nessun compromesso
con chi non si trova più qua,
come in effetti promesso;
tuttora mi chiedo il senso che ha.
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5. |
Vigile Attesa
02:05
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Di ogni esperienza facciamo scempio,
senza mai considerare nessun altro alla pari
nella graduatoria;
negando la precedenza diamo l’esempio,
salvaguardiamo i difetti più cari
e li consegniamo alla storia;
la preferenza, anche fuori dal tempio,
si accorda agli affari,
ogni nota è accessoria;
assaporiamo certi frutti amari,
fratelli adottivi di sogni di gloria,
se dormiremo ci sveglieranno gli spari,
spariranno i contrasti
se faremo brillare le strade coi mezzi blindati,
daremo così un nuovo lustro agli antichi fasti,
sguainiamo le spade, dell’inerzia saremo i soldati,
grazie a vari rimpasti il prodotto non scade,
solo conserva quel retrogusto tipico dei tempi andati;
un fiero passato all’attivo, un futuro radioso,
partiremo dal punto d’arrivo, marceremo a ritroso;
riconosciamo a chi ci reprime
il titolo di patrioti, sosterremo il regime
in cambio di storie da raccontare ai nipoti,
invocheremo pieni poteri, i nostri valori saranno già noti,
soggetti ai voleri di un branco di idioti, che poi siamo noi;
gli errori in fondo paiono sempre scontati,
se si ricercano i responsabili,
non ci sono mai, non ci sono mai stati.
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6. |
Pasto Fisso
01:38
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Ho chiamato a casa un addetto alla consegna dei viveri,
in tempo di pace si chiama ‘delivery’, così c’era scritto;
niente contratto, pagano a cottimo,
di questi tempi trovi di peggio, fidati, mi pare ottimo,
e non disdegnare il lavoro, perché rende liberi;
non questionare il salario, le condizioni d’impiego
non sono il massimo, sì non lo nego,
per questo si chiama precario, dai per assunto che il nero
sta bene su tutto e snellisce pure gli obblighi verso l’erario;
non so se mi spiego, nel dubbio mi siedo,
se ti viene fame si guadagna il pane,
lo porta in tavola, ma in casa altrui,
ma non ci si lagna, sono tempi bui,
prende la mancia, ringrazia e, se non mi dispiace,
dato che non c’è mai pace, continua il giro, visto l’orario:
quante avventure, beato lui;
va tutto al contrario, ma il tempo è denaro,
ma il tempo è tiranno, il cibo si fredda,
non parliamone più.
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7. |
Tutto Sommato
02:35
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Volevamo risalire alla fonte, siamo ancora alla foce,
è crollato anche il ponte, la corrente è parecchio veloce,
cercavamo i dispersi, cancellate le impronte ci rimane la voce;
corriamo ai ripari, che tra poco ripiove,
seguivamo i binari, sperando portassero altrove,
giriamo in tondo da un po’,
non è il posto giusto, questa nausea ci fa disorientare,
appurato il disgusto, per il resto c’è poco da fare,
forse è questione di tempo, dietro l’angolo inizia la strada,
daremo colpa al vento se troveremo una frana,
prestiamo fede al cemento, vada come vada;
trasuda dallo scontento l’inclinazione al consumo,
nutriamo il nostro spavento, non lo diciamo a nessuno,
per ambientarsi si balla secondo il ritmo dell’uomo che avanza,
se poi la musica smette, cosa diventa la danza?
bel tentativo.
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8. |
Salvo Imprevisti
01:50
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Facili prede di ideali tagliati a misura
su circa chiunque,
tanto si vede in che cosa uno crede
e chi poi ha paura quando si va al dunque;
qual è la quota per restare interdetti
davanti a un problema rimosso?
tanto si nota se uno porta concetti
o si poggia soltanto dei simboli addosso;
sabotare il sistema seguendo un tutorial,
saltando la pubblicità secondo certi accorgimenti,
lottare per la sopravvivenza
di un profilo ai confini del corpo,
senza virtù, oltre la realtà;
sorvolare il perché delle cose,
reclamare il pane e le rose
come esercizio in un giorno di festa,
mantenere impegni irrisolti,
infiammarsi per ogni foresta,
per sentirsi coinvolti se c’è traffico
il giorno della protesta,
mettere in scena un conflitto
che si smonta anche senza istruzioni,
condonare qualsiasi delitto
entro il diritto delle istituzioni;
barricate in difesa di opportuni cliché,
antagonisti di chi? alternativa di che?
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9. |
Peggio Così
01:48
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Cosa rispondi quando ti chiedono ‘Come ti senti?’
evito tutti, li maledico, inclusi i presenti,
non mi lamento, sorridendo si mostrano i denti,
ogni argomento accende le spie di tasti dolenti;
e quanto impegno per formare le squadre,
casacche a rovescio, dal giorno alla notte
da bianche diventano nere;
la folla è divisa eppure uniforme,
nuovi stemmi su vecchie bandiere,
e non mi importa più di ascoltare le grida di sdegno,
vedere nel giorno perfetto le foto posticce;
e l’unità del regno è mantenuta
anche da chi per tendenza innesca le micce,
voti, giudizi, barriere, insulti, proclami, minacce
da schermi e tastiere;
quanti esperti in ogni materia, anche oltre l’umano sapere:
in giro in linea di massima si trova tutto, poi tocca vedere;
se stringe le maglie e condensa la rete diventa una gabbia,
opinioni che sono chimere, un pugno di sabbia,
questioni talmente fasulle che paiono vere;
rumori di fondo in una stanza vuota,
polmoni in affanno, stridore di denti,
se tutto peggiora, noi seguiamo a ruota,
felici e contenti;
cosa credevamo? razza di illusi,
parlo per tutti, presenti inclusi.
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10. |
Selezione Artificiale
01:51
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Con la schiena curva e i pollici flessi
siamo scesi da in cima alle piante,
senz’altro un passo importante verso la fine della civiltà;
ci siamo eretti, convinti di essere noi i prediletti,
da chi non si sa;
il nostro primato: gli istinti repressi, plasmare il creato,
ma invece di fare progressi mandare in rovina la specie,
niente di grave, ce ne sono tante: saremo noi l’anello mancante;
calcolerò coi miei sensi di ragno il valore di scambio,
chi sale di rango, in base guadagno, ci scorticheranno,
sicuro diranno: ‘la colpa del danno non ce l’hai solo tu’,
ci levano e danno oggetti stupendi
che tanto nel giro di un anno non vanno già più,
ci obnubileranno, punteranno al rialzo, peraltro,
e non ci inseguiranno: l’occhio tiranno non è mai distratto
o in ritardo, ci aspettano in bagno,
l’assetto è il ristagno, secondo contratto
ci scaricheranno se l’acqua poi viene su.
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11. |
Tesoro Sepolto
02:29
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Conta le cose che ti fanno sentire sereno,
conta di nuovo, non ti vedo convinto;
quando provi a perderti trovi un labirinto,
quando provi a distenderti ti manca il terreno;
cerco un pretesto per non capitolare,
di tutto il resto farei anche a meno,
volevo andarmene, andare in malora,
ma non mi bastano i soldi per fare il pieno;
bruciava lo stesso, nel serbatoio ho messo il veleno,
c’era una curva, ma si è rotto il freno,
di qualcosa bisogna morire,
forse non oggi, domani nemmeno,
di qualcosa bisogna campare,
di paglia o di fieno;
chiedo perdono per ogni reato,
ma il pianto non è sincero, maledetto il creato;
come d’incanto vedo tutto quanto
con lo sguardo di un essere alieno,
scoppiasse tutto, neanche ci spero,
di ogni galassia faccio un buco nero,
se ci spostiamo crolla l’impero, il piano è saltato,
compro un modello di comportamento il conto è salato,
non è un buon momento, dicono, e credo sia vero;
ma sbagliavo i calcoli: provo a sottrarmi, divido gli ambiti,
moltiplico il peso della massa,
anche nel cerchio ricerco gli angoli;
tutti accalcati, ognuno da solo, gomiti alti,
a testa bassa, in assetto di volo;
questo era il prezzo, farsa o disfatta,
e tu stavi nel mezzo,
le mezze misure portate all’estremo,
la caccia al forziere ai piedi dell’arcobaleno,
e non c’era niente,
e non c’era niente da vedere,
non c’era niente da capire,
non c’era niente,
e continuavi a cercare.
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