1. |
Onicofagia
01:15
|
|
||
La norma ci rende anormali,
afflitti da sintomi e sindromi uguali,
impulsi arbitrari, tensioni carnali, disagi venali,
che strani animali, intrisi di codici e leggi fatali,
affetti da simili turbe emotive banali,
intenti a covare affetti speciali
generalmente inflitti a vicenda all’interno di branchi settari,
onesti e sleali, ostili e cordiali,
spesso ostinati e contrari, malgrado i segnali,
scaviamo diretti al fondo, fin dove possiamo arrivare,
ma senza mai riuscire a estirpare la radice dei mali,
sondiamo voragini astrali,
inermi di fronte a un vigore che langue;
coi denti strappiamo le unghie,
strappiamo coi denti le unghie,
finché non vediamo che sta uscendo il sangue.
|
||||
2. |
Dispaccio
01:19
|
|
||
Quel che cerco è una semplice cosa,
so che sembra ogni volta diversa,
ma alla fine il principio non cambia,
è pur sempre la stessa;
mi pare una volta di averla sognata,
ho provato a fissarla,
però non ritorna
una volta che è andata;
non saprei dirne la forma
né la dimensione,
né, se una volta l’ho avuta,
quand’è che l’ho persa;
non so indicarne la vera sostanza,
né potrei farne un’analisi acuta
o dirla a parole precise e sicure,
solo la credo preziosa;
forse la cosa vi suona leziosa,
ma se la trovassi,
per quel che mi resta,
la spartirei pure,
almeno una fetta,
e darei una festa
per dire a tutti di cosa si tratta,
se fosse per me,
non fosse che non so cos’è.
|
||||
3. |
Flogosi
02:10
|
|
||
Sono così felice
che potrei suicidarmi oggi stesso
senza rimpianti:
avrei tutta la morte davanti.
Sono talmente triste
che potrei condannarmi a vivere
pure in eterno,
il punto però non è quello.
Uccidersi a turno o stare distanti,
restare in disparte, distinto dal flusso,
chissà qual è il centro;
gettare d’istinto benzina
sul fuoco già spento,
un bicchier d’acqua da bere all’inferno;
avrei paura degli ultimi istanti,
se solo credessi a quel padreterno,
sarei forse immune da pene e rimpianti;
che sia dannato per sempre, ma intanto
fa molto più caldo qua dentro;
sarebbe un successo
già solo riuscissi a restare fermo:
sarà questo male
che brama di uscire all'esterno;
sarà questo bene
che balla, non trova il suo perno.
L’intreccio, sebbene avvincente, è credibile a stento:
purtroppo il finale si evince, perciò chiaramente
bruciando la scena di colpo il dramma si inverte,
e da quel che sento
il pubblico esplode in risate di scherno.
|
||||
4. |
Resti
03:04
|
|
||
Quando ormai il corpo è guastato,
quello che avanza una volta che il conto è stato saldato,
memorie concrete di testimoni corrotti dall’oscuro passato,
ciò che da un tutto rimane escluso,
un residuato,
noi siamo i resti,
sedimenti molesti,
precedentemente non considerati,
contrariamente a quanto si pensi,
malgrado i sorrisi siamo detestabili,
spesso alterati, chimicamente instabili,
sconsiderati,
interpretabili in base ai contesti,
restiamo umani, ma impresentabili,
rottami inservibili,
rifiuti, rovine o frammenti modesti,
sempre inferiori a quanto vorresti,
relitti esecrabili,
sinonimi di quando rimani,
scarti di cibi indigesti,
chiarimenti mai chiesti,
una manciata di spicci su un mucchio di teschi,
reliquie pronte alla profanazione,
tracce parziali di antichi dissesti,
una domanda, un’affermazione,
una bestemmia espressa coi gesti.
|
||||
5. |
Congerie
01:23
|
|
||
Sognavo una fine a sorpresa,
la gloria di un’ultima impresa,
tipo morire in un rogo bruciando una chiesa,
o almeno trovare il pianeta deserto
tornando da fare la spesa,
e invece mi siedo
a collezionare domande,
e mi scoppia la testa,
il mondo si appesta,
e il divario tra giovane e nuovo
è ogni giorno più grande,
chi sognava il vestito da festa
si trova in mutande,
in piazza si tendono mani,
ma non per conforto,
contestazioni dal piglio contorto,
si falsano i piani,
si mischiano teste di cazzo con teste di morto;
quando una volta scoppiava lo scontro,
gli opposti nei vari conflitti erano lontani,
oggi simile schema d’azione, però capovolto,
nessuno ci bada, si grida uno slogan,
e tanti saluti (romani),
rivendicando la libertà di negare diritti
per restaurare il domani,
restare uniti, contravvenire, rigare dritti,
salvo poi rendersi conto
di essere stati sconfitti.
|
||||
6. |
Manuale
01:21
|
|
||
Questo apparato non si riforma,
non è prevista l’iniziativa,
non è mai stabile quello che è già stabilito,
ogni aderenza totale è pretesa banale,
un bisogno proibito,
come il tassello di un mosaico astratto,
resta in disparte, sarai parte attiva,
incolperai il tuo gemello maligno
per ogni condotta cattiva,
stringi l’accordo, salda l’acconto,
conta i contanti,
abbi fede, segna i tuoi giorni
su un calendario scandito dai santi,
eleggi un sistema che priva,
lascia gli scarti alla deriva,
la società è suicidio assistito,
ogni nozione si forgia in un mito,
ogni nazione è un progetto fallito,
sentirai come ronzano i droni,
distingueranno i cattivi dai buoni,
è un grande fardello,
giusto per fare un esempio tra i tanti,
tanto per farsi le seghe non servono i guanti.
|
||||
7. |
Passeggero
01:19
|
|
||
Non abituarti all’oblio,
un rapido calcolo
prima di premere invio,
un logorio che divora i secondi,
essere i primi
a neutralizzare
un milione di mondi,
che non esplodono però,
sbiadiscono soltanto
fino a scomparire,
fuori dal tempo,
dentro un archivio,
oppure davvero non so.
Non allenarti a credere
che ad ogni vuoto
equivalga un istante da perdere,
schiavi di unità di misura
codificate, infiniti segnali,
elementi in rilievo,
notifiche dimenticate,
memorie virtuali
che custodiscono
senza riguardi
la storia d’insieme,
se guardi l’abisso, vedrai, non conviene;
pensi che un fulmine già sia prolisso,
e dopo che è tutto finito
scrolli il rimpianto di dosso
usando soltanto un dito.
|
||||
8. |
Crepa
01:32
|
|
||
Una frattura sulla superficie,
una fenditura nell’apparenza,
un pregiudizio della struttura,
un preludio alla decadenza,
una semplice constatazione,
qualcuno che infine decede,
un’evidenza, una sciagura,
un’esortazione,
un attesa di presto trapasso
una dichiarazione d’intenti,
un’integrità che recede
ancora un po’;
una fessura che anticipa il crollo,
ma la tendenza
è che spesso nessuno ci crede,
un colpo tra capo e collo
che la sorte alla fine comunque dispensa,
vuoi o non vuoi,
la sepoltura corregge con intransigenza
sia la postura, sia l’indirizzo di residenza,
un inderogabile cambio di sede,
una mancanza improvvisa
che non si compensa,
l’interruzione di una discendenza
rimasta senza un erede,
la falla in un ordinamento,
il punto critico di ogni proposito di perfezione,
l’origine della speranza,
lì dove il problema risiede,
la pura assenza,
l’arrivo di ogni partenza,
l’attimo in cui tutto cede;
la rovina, e una sentenza
che la precede,
la privazione definitiva
che la procedura prevede,
è un singolare imperativo,
in sostanza un atto di fede,
è indicativo, sei proprio tu
la terza persona che me lo chiede.
|
Streaming and Download help
If you like RESTI, you may also like:
Bandcamp Daily your guide to the world of Bandcamp